shantaram

Gregory David Roberts | Shantaram

Sono stata mai in India? No, e non ne subisco la fascinazione. Ma ho deciso lo stesso di affrontare la lettura di Shantaram, attirata anche dalla mole del libro, adoro infatti leggere i cosiddetti mattoni. 

Ne ho sempre sentito parlare molto bene, come del libro da leggere almeno una volta nella vita, per alcuni come del libro della vita. 

È stato così anche per me? Spoiler: no. O meglio, una lettura affascinante e immersiva per certi versi, ma non tanto da considerarla una delle mie preferite della vita. 

È certamente un libro che mi ha tenuto compagnia a lungo, lo stile di scrittura è semplice, quasi una sorta di diario, di flusso di coscienza, che però ad un certo punto non vedevo l’ora di portare a termine.  

La storia

La storia è quella di Lin (o Shantaram), evaso da una prigione di massima sicurezza in Australia e arrivato a Bombay per ricominciare da zero, nell’anonimato di una città enorme e dalle molte sfaccettature. Bombay è la seconda protagonista del romanzo, con i suoi profumi, sapori, la sua povertà estrema, il suo essere porto sicuro di tante persone in cerca di anonimato e rivalsa. 

Il testo non ha una trama vera e propria: è un succedersi di fatti, persone, paesaggi, sensazioni e tante riflessioni. È un vero e proprio viaggio che attraversa diversi paesaggi, dall’India all’Afghanistam. Ma è soprattutto nella sua anima che il personaggio viaggia moltissimo. 

In una continua lotta con il suo passato tormentato, Lin cerca di far pace col suo essere. Lo fa continuando ad attraversare il dolore, dolore fisico inflitto dal periodo di prigionia, e autoinflitto nei momenti in cui ricade nella droga.  

“Se sperimentiamo solo dolore, senza sofferenza, ciò che impariamo serve solo a noi stessi. Il dolore senza sofferenza è come una vittoria senza battaglia: non impariamo ciò che ci rende più forti, migliori.”

Amicizia

Nel suo viaggio interiore è accompagnato da molti amici, un grande amore e un solo vero amico, Prabaker, che se vogliamo rappresenta l’anima buona di Lin, il raggio di sole nella sua vita buia, l’amicizia vera, sincera, incondizionata. Altri personaggi, legati al mondo della criminalità, hanno lo scopo secondo me di far evolvere Lin. Sono quelle persone che capitano nella tua vita nel momento in cui hai bisogno di crescere, di elevarti, di riflettere profondamente su te stesso e sul tuo scopo nella vita. 

Spoiler: Lin non riuscirà a liberarsi dalla criminalità, a mio parere in realtà non vuole liberarsene. È una sorta di porto sicuro per Lin, un veicolo di riscatto, un ambiente nel quale riesce ad esprimere appieno le due doti relazionali e “professionali”. Nella criminalità, nel suo capo clan in particolare, ritrova quegli affetti familiari ormai perduti o abbandonati in Australia, e anche nel momento di profondo dolore come solo il tradimento può dare, Lin riesce a capire e perdonare quello che per lui è un vero e proprio padre fisico e spirituale. 

“È il perdono che ci rende unici. Senza perdono la nostra specie si sarebbe distrutta in una serie di faide senza fine. Senza perdono non esisterebbe la storia. Senza la speranza del perdono non ci sarebbe l’arte, perché l’arte è in qualche modo un gesto di perdono. Senza il sogno di un perdono non ci sarebbe amore, perché ogni atto d’amore è in qualche modo una promessa di perdono. Viviamo perché possiamo amare, e amiamo perché sappiamo perdonare.”

Amore

Poi c’è Karla, il grande amore di Lin. Una donna avvolta nel mistero sin dal loro primo incontro, che quasi sguazza nel detto non detto. Si capisce da subito che la sua vita è tormentata, che anche lei ha trovato nell’India e nella criminalità il suo momento di rivalsa. Ma i suoi demoni la accompagnano sempre, il suo passato si ripresenterà e anche Lin ne verrà coinvolto. 

Il cuore di Karla è però irrimediabilmente compromesso, ama Lin ma non riesce a lasciarsi andare completamente, non riesce nemmeno a pronunciare quel Ti amo che Lin desidera tanto ascoltare, per trovare in un senso nei suoi sentimenti e un segno nel suo destino. Per lei avrebbe fatto scelte importanti, deviato il suo percorso, se solo lei glielo avesse permesso… 

Conclusioni

Shantaram è tanti sentimenti, tante storie una dentro l’altra, un grande album di immagini e suggestioni. 

Ne consiglio la lettura? Certamente, se non vi fate spaventare dalle sue 1200 che però vi terranno per mano in un profondo viaggio nell’animo umano. 


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About the author
Digital marketer, cantante, makeup addicted e blogger. Vivo a Milano ma ho il mare del Cilento nel DNA.

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